domenica 20 ottobre 2013

Orfani.









Contiene Spoiler. 


La prima serie a colori della Sergio Bonelli Editore.
"Orfani". Osservo la splendida copertina di Piccoli spaventati guerrieri, il numero uno, e leggendo il nome della testata risuona nella mente il modo cui è stato pronunciato da Roberto Recchioni, uno dei due creatori, durante un' intervista reperibile sul tubo. Epico. 
"Per primo arrivò il lampo". Un ritmo serrato, due vignette della tavola d'apertura per rappresentare la serenità, uno sguardo verso l'alto, e via. Siamo dentro l'apocalisse. Didascalie alternate che permettono un rapidissimo respiro per focalizzare il precipitare della scena. Per tutti coloro che hanno avuto un approccio graduale alla serie, essendosi documentati e consapevoli del contenuto, è nota la ragione dell'apocalisse, di questa fine del mondo. Immedesimandomi in un lettore che non ha conoscenze pregresse sulla serie firmata dal duo Recchioni/Mammucari, l'intera sequenza d'apertura pone il primo fondamentale quesito. Cosa diavolo è successo alla Terra?
Fade out/fade in. Proprio come accade nelle migliori serie televisive, il passaggio da una sequenza all'altra, con relativo cambio di location, viene presentato con un fade in dal nero. La precedente tavola si chiude con il grande splendore mostrandoci la sagrada familia coinvolta nell'esplosione.
Perché gli autori scelgono di mostrarci proprio la cattedrale barceloneta? Rientra nella collocazione spaziale. Come scopriremo nelle pagine successive, la storia narra le vicende di protagonisti geograficamente provenienti dalla Spagna o che hanno strette correlazioni con questo paese.
Dopo questo intensissimo incipit arriva il primo protagonista che implicitamente dice "Hey, sono una creatura nata dalla mente del Rrobe". La professoressa, a cui tocca la spiegazione del disastro avvenuto sulla Terra. Un attacco alieno. C'è qualcun altro nell'universo...e ci ha presi a calci nel culo!
La vera forza e il centro della storia, secondo la Professoressa, è stato un errore non calcolato dagli alieni. Un errore da parte dei nemici diventa il punto su cui costruire la difesa della terra. Loro, gli Orfani. Precisamente i bambini, che avendo perso tutte le figure genitoriali si trovano ad assumere atteggiamenti quasi da adulti. Il secondo interrogativo che ci pone la serie è : Perché i bambini non sono stati colpiti dal raggio di energia tachionica? Le questioni irrisolte ed inspiegabili sono state la fortuna di serie-tv, come l'inarrivabile Lost. Immaginate che noia se in questo primo capitolo della storia avessimo già avuto la risposta. La gabbia su cui è costruita la struttura narrativa di Orfani funziona. Funziona molto bene! 
Protagonisti della parte centrale sono proprio i piccoli spaventati guerrieri. 
Inevitabilmente si cade in alcuni cliché, che per fortuna sono consolidati positivamente nell'identificazione dei vari characters. L'essere umano ha bisogno di alcuni punti fermi, e in questa storia di fantascienza bellica ci sono tutti; ritroviamo il leader, il debole, il piccoletto, la bella, l'oppositore, e il panzone (Hugo Reyes docet).
Tutti gli Orfani hanno un grande potenziale narrativo. Ricollegandomi sempre a Lost, spero di ritrovare nel corso della prima serie brevi, brevissimi, episodi attraverso i quali conosciamo il loro passato. 
Come accennato in un'intervista da Emiliano Mammucari, l'altro ideatore della serie, ogni albo sarà suddiviso in due parti. La prima in cui sarà narrata la vicenda di formazione dei giovani soldati, la seconda come in un hard boiled movie, in cui ci saranno piombo e guerra senza respiro.
Formazione, una parole che sembra fuori luogo in un contesto come questo descritto, invece ricopre un ruolo preponderante nella scoperta introspettiva dei vari protagonisti. 
Mentre procedevo con la lettura ho percepito subito odore di William Golding e il suo romanzo (di formazione, appunto), Il Signore delle mosche
Similitudini con i protagonisti del romanzo? Ringo, il ribelle indisponente che si prende gioco di tutti, è paragonabile a Jack, lo scissionista dell'isola. Differentemente da quest'ultimo, Ringo mostra da subito di essere un protagonista positivo, lo si intuisce da come aiuta la piccola Sam,e dal ruolo che ricopre nella squadra nella seconda parte dell'albo.
Jonas, il leader silenzioso, ha la stessa determinazione di Ralph che lavora da subito per creare benefit per il gruppo. Il nostro Jonas capisce immediatamente che i sacrifici, anche umani, sono contemplati. 
Felix, con un ruolo molto più marginale rispetto al protagonista del romanzo di Golding è Piggy, buffo grassottello che media sempre per la pace. Peccato! In Orfani la pace non sembra cosi imminente, e il suo protagonista credo subirà notevoli mutamenti. O morirà.
La piccola Sam è identificabile con Simon. Silenziosa, strappata alle illusioni dell'infanzia. Diventerà una mocciosa davvero tosta.
Infine Rrobe mette in atto la regola numero uno per attrarre il lettore/spettatore. "Una storia non deve rassicurare, deve creare inquietudine". Roberto ha usato queste parole per riferirsi al nuovo corso di Dylan Dog di cui è attualmente il curatore editoriale, ma sono perfettamente trasportabili su Orfani. 
Vi dice niente il nome Hector? E' uno degli Orfani. Ci viene presentato come il vero leader; basti pensare che durante tutta la sua presenza nella storia cammina con un bastone come per tracciare un percorso, come una guida da seguire. E poi viene ucciso. Destabilizzante. 
Però, c'è un però. Nella buona tradizione del lasciare in sospeso, la sua morte non viene mostrata. Chi ci garantisce che sia realmente uscito di scena dopo poche pagine? Time will tell us

In definitiva Orfani rapisce. E fondamentale fa nascere milioni di quesiti. Cosa significa questo? Che gli autori hanno fatto centro. Big up per la nuova serie Bonelli. 

Luigi Formola

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