Meriem guardava il volto di Jack; aveva gli occhi chiusi, morti, già
lontani dalla vita e per la prima volta ritornavano alla mente le parole del
padre. Jack aveva lo stesso taglio d’occhi della loro mamma, e tanti altri
lineamenti che non appartenevano alla loro famiglia. Jack aveva un legame
diretto con Meriem e Thomas. Di sangue. Un fulmine a ciel sereno aveva colpito
i due gemelli alcuni mesi prima. Sul letto di morte, il padre, Arnold Black,
aveva deciso di sollevare un macigno dalla propria anima e confessare un
segreto che aveva logorato per trent’anni la sua unione familiare. La moglie,
Juliet Black, non aveva resistito alla presenza del male nella loro famiglia.
Lei sapeva com’era stata concepita quella creatura. Non avendo il coraggio di
uccidere un bambino indifeso solo nell’aspetto decise di abbandonarlo,
liberandosi dalla presenza di un diavolo sotto candide spoglie. E poi si
abbandonò anch’essa, congedandosi dalla vita. Non morì, fissò il nulla per
dodici anni prima di tirare l’ultimo sospiro. Qualcosa aveva portato la vita di
Juliet Black con sé. Qualcuno. “Figli miei, voi avete un fratello, che Dio non
faccia mai incrociare le vostre vite alla sua insulsa malvagità”. Nessun amore
nelle ultime parole di Arnold Black, solo un avvertimento. Thomas e Meriem
avevano finalmente interpretato un sogno che li perseguitava da anni. Un
vagito, un piano acuto, stridulo come una lama che graffia una lavagna e fa
scorrere i brividi lungo la schiena. Un pianto di un bambino che si univa ad
altri due. Tre. Non era un sogno. Avevano la conferma che i loro fossero
ricordi d’infanzia. Un pianto li portava lontani, quasi a uno stato prenatale e
un suono acuto li faceva ripiombare nel presente. La nave suonava l’ultima
sirena. Erano a poche centinaia di metri di distanza. Dal ponte della nave
giungevano le prime voci. Salvezza si
leggeva sul volto di Meriem che fissava costantemente Jack. Gettò le braccia al
collo di Thomas e socchiuse gli occhi. Non temeva più quel fratello che aveva
reso un inferno il suo, il loro, mondo di oggetti antichi e ben curati. “Thomas
è finita, dimenticheremo tutto. Saremo solo tu ed io. Nessun altro fratello. Dimenticheremo.
Dimenticheremo, ne sono sicura”. Gli occhi chiusi, serrati, di Meriem stavano
già iniziando a elaborare un metodo per eliminare la persecuzione di Jack
avvenuta negli ultimi mesi. Più chiusi erano gli occhi, più Meriem pensava di
dimenticare in fretta. Passarono pochi secondi di silenzio. Nessun rumore,
neanche dei marinai pronti a scendere dalla nave. Thomas non aveva risposto.
Forse aveva già dimenticato. Eppure i ricordi pesavano, cosi come iniziava a
pesare il corpo di Thomas tra le braccia di Meriem. Una sensazione di calore
avvolse il volto di Miriam. Thomas era diventato troppo pesante. Un abbraccio
dovrebbe alleviare i brutti ricordi. Il loro incubo non era finito. Meriem
riaprì velocemente gli occhi. Sul suo volto il calore era dettato dal sangue
che sgorgava dalla bocca di Thomas. Era morto, in silenzio. Meriem lasciò
cadere il corpo del fratello permettendo al sangue di proseguire il suo flusso.
Una macchia che si allargò fino a ricongiungersi al sangue di Jack. Un
sussulto. Il corpo dell’altro gemello non giaceva più morto.
LUIGI FORMOLA