martedì 23 settembre 2014

Il primo segno di pazzia.



Batte, ribatte sempre lo stesso punto. Potrei allontanarmi, avvicinarmi, lanciarla in diagonale. La palla tocca sempre lo stesso punto. Come se una forza ne limitasse la traiettoria. Tutto converge in quel punto. La palla, l’energia delle mie mani. I miei stessi pensieri. Nessuno crederebbe che sia tutto stabilito. Invece è proprio tutto stabilito. C’è un motivo. La palla. Batte. In. Quel. Punto. Perché. IO voglio che colpisca quel punto. Impiego parte della mia giornata affinché ogni lancio sia sempre uguale. Nessuna forza soprannaturale, nessuna entità che guida la palla. Sono io che scelgo che vada in questo modo. Le idee, le parole ci sono tutte. La storia è pronta. Esercizio, stile, costanza. La scrittura seguirà la traiettoria che IO voglio. Sarà un flusso continuo solo quando non troverò ostacoli sulla mia strada. Nessuno può scegliere al posto mio. Né questa palla, né quella stupida cagna, tanto meno le parole. Sono tutte vittime della mia forza, della mia mente. 


LUIGI FORMOLA

venerdì 19 settembre 2014

Nightmare!




Il letto non era più il luogo sicuro in cui rifugiarmi durante la notte. L’incubo aveva strappato la parvenza di un qualsiasi salvagente. Navigavo su un letto che non aveva possibilità di approdare in un porto sicuro. L’incubo era l’asse portante della mia notte. Avevo sbagliato a sfidare i sogni, ritrovandomi con lui sempre pronto a trasportarmi in un mondo di sonno eterno. Harry era stato chiaro su questo punto, essere un sognatore non porta soltanto al bene, puoi attirare il male come una gigantesca calamita utilizzata nelle demolizioni auto. Di contro pensavo che Harry sbagliasse, sono un sognatore. Che cosa sarebbe potuto capitarmi se i miei pensieri fossero stati, strabordanti di armonia e felicità? Risposi a me stesso. Nulla. Un sognatore ha sempre la meglio. Harry socchiuse gli occhi, scosse la testa in senso di disapprovazione e mi passo il biglietto dorato. Scintillava come se ogni proiezione avesse generato delle vere e proprie scariche di elettricità in un circuito senza fine. Avevo bramato il biglietto dorato a lungo. E non avevo riconosciuto che in questo mio volere si nascondeva il primo errore che mi avrebbe portato all’incubo. Un sognatore non dovrebbe desiderare ardentemente di vivere altre storie attraverso un oggetto magico. Un sognatore ha dalla sua parte la fantasia e amplificarla equivale a camminare con una bomba a orologeria pronta a esplodere tra il primo e il secondo tempo. Harry l’aveva ripetuto l’ultima volta e poi mi aveva dato libero accesso alla sala. Regola le tue emozioni come se dovessi mettere a fuoco una pellicola, disse. Sorrisi ed entrai in sala. Agitati il biglietto dorato, e via. Ero pronto a immergermi in una storia che avrebbe avuto solo e soltanto me come protagonista. Un sogno pronto a diventare nero come la notte, e come l’incubo che può generarsi nel bel mezzo della sua oscurità. Non avrei dovuto vedere quel film, un incubo pronto a spezzare vite nella realtà inducendole a dormire. Dalla realtà, temerario, avevo sfidato l’incubo inconsapevolmente. E se l’incubo avesse attraversato lo schermo con me al ritorno e si aggirasse nella realtà per ringraziarmi a modo suo di averlo liberato? Ogni notte nel letto sono in alto mare. Vorrei sporgermi per controllare se è lì in agguato per tagliarmi la gola. Sento lo strofinio dei suoi artigli sulla rete del letto e stringo a me il biglietto dorato. Sono un sognatore, e devo abbandonare la realtà. Harry aveva ragione. Sarò per tutta la vita un cittadino del mondo in pellicola, saltando da un genere all’altro. Vivrò anche in stupide commedie di serie zeta. Di tutto, pur di non affrontare ancora l’incubo. 


LUIGI FORMOLA

lunedì 8 settembre 2014

FREIHEIT

Se giri l’angolo non cambia molto.
La lebendig eingemauert (murati vivi) ha fatto un lavoro ineccepibile. La gioia è totalmente spenta sul volto dei berlinesi.
Dove una volta un Hipster dal baffetto rettangolare sfilava con gloria e potere strabordante dalle orbite, regna il silenzio della morte. La porta di Brandeburgo è solo un simbolo all’incedere del freddo di una guerra. Nulla entra, e nulla esce da Berlino.
La lebendig eingemauert ha fatto un lavoro ineccepibile. Che soddisfazione, direbbero gli Stones. La famosa impresa edile tedesca si è arricchita, rendendo povere le anime che non hanno bisogno di un’educazione. Lo diceva anche Roger Waters.
Centosei chilometri di medioevo nel bel mezzo del secolo del progresso.
Non c’è bisogno d’educazione. Porci, ebrei e froci hanno già avuto quello che si meritavano. Tappetini rosso sangue e neve grigia per le vittorie del Fuhrer.  E di colpo venne il mese di Febbraio, faceva freddo in quella casa costruita dalla lebendig eingemauert e Anna aveva bisogno dell’educazione. Almeno di quella scolastica, per scrivere. Era aiutata spesso dalla Bidella. Auf wiedersehen Alexander Platz.
Piovono bombe, cadono aerei cantando Born in the U.S.A., decenni prima che il Boss inneggiasse alla rinascita.
Piovono bombe, cadono aerei, sopravvivono Yankees.
Alexander Platz, auf wiedersehen. Non è più un territorio sicuro. Strisciano come serpenti appesantiti dalla cattiva digestione di un topo di una razza inferiore. Gli ostaggi si muovono, passano sotto la porta di Brandeburgo bevendo sorsi amari di Vodka che ha il sapore della nuova casa, e Anna intanto ancora scrive.
E Boris Yeltsin scrive. Gli Yankees sono ancora vivi, dalla Germania alla Piazza Rossa fino ai Cincinnati Reds.
Vivi, deviati e dispersi nel paese della libertà. Di vita, di pensiero, di parola e di stampa.  Il Communication Decency Act non sa da fare. I cinesi americani sentitamente ringraziano. Mandano un poke ai familiari della terra da un miliardo di teste. Ma nessuna risposta è mai giunta.
E intanto Anna scrive. E non ha bisogno d’educazione. L’informazione scorre veloce, e le sue lettere sono parole sacre nella rete.
Libertà, libertà, libertà. Gli Yankees riemersi da un mare di solo color rosso si aggrappano all’indipendenza dei sogni. Un ingegnere, un allenatore e un macellaio.
I porci, gli ebrei e i froci ritornano ciclicamente nella mente di Marge Schott. Allena i suoi ragazzi a colpi di aforisimi made in S.S. Uno degli Yankees non ha dimenticato gli anni bui. E addio Cincinnati Reds.
Il bene e il male. I puffi e Capitan America. E Viceversa. Arthur Mccoy vede il viceversa. Vede la libertà e non la repressione. La Compaq sentitamente ringrazia per uno dei suoi migliori ingegneri.
E Anna ancora scrive.
Chiude gli occhi e giunge all’ultima pagina del suo diario. Ha fame. Basta carne, sangue e ossa rotte. Qualcosa di dolce che non arriverà mai.
Anna smette di scrivere. E il macellaio non nutre la libertà delle scelte alimentari. C’è il monopolio del pagliaccio giallo e della sua grande Emme. Il macellaio affetta vite umane ricordando i compagni Yankees morti in quel sotterraneo costruito dalla lebendig eingemauert. La sua libertà è più a sud, non lassù con la casetta in Canadà, né tra le favelas e il Maracanà. La sua libertà è al centro del mondo, tra l’eroina e la siesta del pomeriggio. La libertà ha un prezzo per il narco macellaio. 77 vite.
Piovono bombe, cadono aerei. Sopravvivono Yankees. 12. Settantasette non sentono l’impatto con la terra.


EVENTI DI RIFERIMENTO:
1942 - Anna Frank riceve un diario come regalo per il suo tredicesimo compleanno
1965- I Rolling Stones lanciano la celebre canzone Satisfaction.
1987 - Il presidente americano Ronald Reagan sfida pubblicamente Michail Gorbačëv ad abbattere il Muro di Berlino.
1992 - In una lettera al senato statunitense, il presidente russo Boris Yeltsin dichiara che nei primi anni cinquanta l'Unione Sovietica aveva abbattuto nove aerei americani e trattenuto 12 sopravvissuti
1996 - A Filadelfia, un gruppo di giudici federali blocca la legge contro l'indecenza su internet. I giudici sostengono che il Communications Decency Act del 1996 violerebbe i diritti alla libertà di parola degli adulti
A Marge Schott, presidente della squadra di baseball dei Cincinnati Reds viene impedito di esercitare pubblicamente la sua carica per le sue continue espressioni a favore di Adolf Hitler e per i suoi commenti dispregiativi contro negri, ebrei e gay.
1998 - La Compaq Computer paga 9 miliardi di dollari per l'acquisto della Digital Equipment Corporation, nella più grande acquisizione del settore high-tech

2010 - Città del Messico, bande di narcotrafficanti provocano scontri causando la morte di 77 persone, l'episodio viene considerato una Mattanza dall'opinione pubblica.



LUIGI FORMOLA

martedì 2 settembre 2014

Game Over

Game Over lampeggiava sullo schermo del televisore lasciato acceso prima di scendere.
Non saranno le strade virtuali di Sant’Andreas ma anche Milano ha la sua dose di giocabilità.
E Bravo sa destreggiarsi tra gli snodi cittadini e la feccia milanese. E’ degno del suo soprannome.
La piccola Annina dorme ancora.
Bravo preme pausa. E’ il momento.
Ultima corsa a Gta e direzione Sergio, tatuatore contro legge e curioso adescatore di ragazzini.
Bravo non è mai caduto nella sua rete di repressi omoni dai mille colori corporali.
Bravo ha sempre guidato il gioco, proprio come la Monster Truck che ha appena distrutto al livello sette.
Run this way. Tatuato a vita, e il resto viene da se.
Un inno alla sua indipendenza circoscrive la potenza sul suo braccio sinistro.
Nessuno se ne accorgerà. Mamma e papà non noteranno un tatuaggio nascosto in vista sulla pelle. Sono impegnati a far quadrare ogni singolo euro guadagnato, rimuovono di avere una bambina come Annina che gioca al grande fratello innumerevoli ore ogni giorno.
Milanofiori ha trasformato in una pianta carnivora il loro primogenito. Un quattordicenne che vive a contatto con le devianze del mondo. Brama il denaro, e Bravo lo ottiene.
Accende il computer nell'oscurità della sua camera mentre il buio circonda il quartiere nascosto dal cemento di un centro direzionale. 
Nonni, zii, padri e fratelli. Sono multi-direzionali le conversazioni cibernetiche di Bravo.
Imbocca sempre le strade giuste.
Maggiori sono le richieste, più alto è il prezzo da pagare.
Il cazzo. E’ quello che costa di più. E Bravo lo sa bene.
Lo mostra all'occhio della camera e a sguardi che parlano di desiderio tacito.
Bravo è furbo. Pur sempre un ragazzino.

Nessun incontro è la sua regola. Lo canta anche Emis Killa nelle sue canzoni.
Ottieni soldi, ma senza sporcarti troppo le mani.
Nessun incontro, ma la multi direzionalità di Milano non ha limiti.
Una districata rete di coincidenze e le connessioni non sono più soltanto un url da chiudere ottenuto il denaro necessario e aver ceduto un briciolo della propria integrità, sempre più lontana.
Sergio incide sulla pelle di Bravo e uno sguardo riporta in superficie un volto visto attraverso lo schermo poche ore prima.
Finge indifferenza, e sputa. Rigetta l’idea di aver fatto godere un porco che mostra mascolinità solo per non vivere reconditi desideri.
Bravo si guarda le spalle, è ora di tornare a casa.
Percorre poco meno di cento metri, i passi diventano l’eco di un respiro affannoso che conosce bene.
Casa, sembra vicina. Annina dorme ancora. I suoi sogni sono incubi in divenire.
Bravo sbatte alle sue spalle la porta di casa e si appoggia come per tenere fuori il peso del mondo. Quello deviato.
Crede di aver seminato l’uomo dai mille colori corporali.
Driiiin, suona la porta. Bravo riconosce il respiro. Non osa chiedere chi è.
L’interconnessa rete di contatti è giunta nella realtà. Proprio sulla soglia di casa. A Milanofiori.
Bravo, una piccola mosca pronta a essere fagocitata da una pianta carnivora decisamente desiderosa di carne fresca.


LUIGI FORMOLA