domenica 8 dicembre 2013

Vortice.


Soltanto una piccola incisione. Proprio come quando dicono prova, è soltanto un tiro. E poi un altro, e un altro ancora. Ti ritrovi con dell’eroina nelle vene, del sangue nella spada e non sai neanche come sei arrivato sotto quel ponte poco lontano da Venice. Cristo, ho la testa che mi esplode e non riesco a parlare. Solo un misero dente. Una piccola incisione. Non posso evitare l’anestesia. Dovrei. Una piccola dose di morfina non distruggerà un cazzo. Sono pulito da quattro anni e mezzo.  Questa luce è cosi calda, rassicurante. Che strappi pure tutti i denti, se in cambio ricevo questa pace. Dopo il giudizio universale, una stasi totale pervase il mondo. Nella mia bocca dopo l’estrazione di questo dente del giudizio, percepisco la colomba con il ramoscello d’ulivo sbattere tra le gengive e non riuscire a liberarsi. Nessuna pace per il mondo. Pace infinta per me. Il vortice prende nuovamente forma.  “Mr.Kiedis, abbiamo finito, si alzi lentamente dal lettino”. Non devo lasciarmi tradire dallo sguardo. Devo sembrare un po’ dolorante. “Mr. Kiedis mi scusi”. Il topolino strappa denti vuole essere immediatamente pagato. Beverly Hills non è aria per te se elemosini carte di credito, stronzo. “Potrebbe gentilmente autografare il suo ultimo disco, mio figlio è un suo fan”. Sorridi Anthony, fa il tuo dovere sociale da Rockstar positiva. No, meglio che non sorrida, salterebbero i punti in bocca. Percodan, allevia i dolori e anestetizza i sensi. Deve darmelo, in dosi massicce. Devo ripulire le mie vene da questa sobrietà che è durata troppo a lungo. Posso anche morire domani. John è andato, è vivo ma è morto. E’ maledettamente difficile trovare un sostituto. E’ un vortice. Prima Hillel, poi John. Ci sono dentro nuovamente fin sopra i capelli. Un’ora fa ero Mr. Pulito da quattro anni e mezzo, e adesso sto comprando 10 grammi di eroina all’angolo di Sunset Boulevard. Sempre la stessa faccia, sembra dirmi muori e lascia vivere. Poco importa che sia una fottutissima rockstar o uno che ha appena strangolato la madre per rubarle i soldi per la dose giornaliera. Sono un numero. La spirale del vortice aumenta il suo ritmo. I gradini per arrivare a casa non sono mai stati cosi faticosi da salire. Accendo la tv, sarò meno solo in questo viaggio. Devo cucinare, subito. Sembrano bollicine innocue queste che ribollono nel cucchiaio. E’ dentro, fluisce velocemente, un orsacchiotto abbraccia il suo bambino. E’ soltanto un canale per marmocchi. Semplicemente l’eroina fa il suo dovere, contamina le mie facoltà percettive. Devo cambiare canale, ho sempre odiato questi programmi per bambini drogati di zucchero filato e filastrocche. Il notiziario, il solito morto. No, non è possibile. Kurt, anche tu non hai resistito alla tentazione. Ti sei guadagnato un posto nell’olimpo dei miti, con il tuo pullover extralarge, le tue grida di sofferenza e questa pallottola che ti sei ficcato in bocca. Buon viaggio per il tuo Nirvana personale. Io, combatto la morte con una spada che ha più difese. 


Luigi Formola