domenica 19 gennaio 2014

Il volume delle tue fantasie


IL VOLUME DELLE TUE FANTASIE

Era un pensiero che tornava frequentemente. Passo dopo passo si era costruita una relazione che azzerava ogni barriera. Thomas non era solito affezionarsi ai clienti. Helen era speciale, sorrideva a ogni citazione che Thomas prontamente recitava rendendola viva, fluente nelle loro stesse vene. Il negozio era ordinato come richiede ogni memoria storica. Thomas ogni mattina, subito dopo aver esposto il cartello open, sistemava i volumi che i clienti consultavano e non acquistavano mai. Quei libri per Thomas erano dei bambini non ancora pronti all’esperienza con il mondo. Helen invece, condivideva i suoi libri con i bambini che la chiamavano sempre e solo maestra. Ogni venerdì Helen arrivava, spesso a orario di chiusura, per acquistare nuove fantasie per la mente, com’era solita dire. Thomas la amava, e di fantasie sul suo corpo avrebbe riempito volumi strabordanti di passione. Non aveva mai avuto il coraggio di iniziare questa nuova storia ancora tutta da scrivere. Non dopo aver saputo che Helen era stata spostata. Suo marito era morto per salvare uno dei suoi alunni che aveva attraversato la strada imprudentemente. Era un eroe, mentre Thomas solo un quarantenne single che gestiva un piccolo negozietto di libri che presto sarebbe stato fagocitato dalle grandi catene sparse per tutta l’Inghilterra. Quel venerdì fu diverso. Helen entrò quando il cartello closed era già volto verso la strada.
Non sorrideva, il suo sguardo vitreo non permetteva di capire le sue preoccupazioni. Thomas avrebbe voluto carezzarle una spalla e chiederle cosa succede. Lo fece. Non temeva un rifiuto. Si avvicinò. La sua mano si muoveva indipendentemente dalla sua volontà, le spostò i capelli. Le baciò la nuca. Dolcemente. Le narici erano estasiate dal suo profumo, dalla sua pelle che era buona come nessun’altra. Erano anni che Thomas non posava le sue labbra sul corpo di una donna. Helen era immobile, semplicemente fece cadere ai suoi piedi la pesante giacca che copriva la sua evidente magrezza. Thomas non notò questo cambiamento e posandole le mani sui fianchi continuò a baciarla. Lentamente, con labbra umide e volitive. Sempre più velocemente. Helen si voltò occhi negli occhi con Thomas. In silenzio. Nessuno dei due emetteva un suono, un respiro. Solo occhi dentro occhi. Helen si aggrappò al petto di Thomas stringendo le braccia al suo corpo. Alzò lo sguardo e senza esitare lo baciò. Lentamente, con baci pieni di tenerezza. L’intensità prese presto il sopravvento. Il banco dei libri divenne il loro letto.  Il ritmo dei loro corpi era un continuo picchiettare, lento, veloce, poi di nuovo lento. Come una macchina per scrivere che segue il flusso creativo dell’autore. Tra centinaia di volumi pieni di fantasie, di storie da raccontare, le loro prendevano forma, bacio dopo bacio, ventre dentro ventre. Il calore dei loro corpi aderiva ai flussi dei loro gemiti scuotendo brividi che rappresentavano l’apice del piacere. La gioia sui loro volti. Il sapore dell’origine della vita sulle labbra di Thomas, lo ridestava dalla piccola morte della sua virilità. “Perché adesso? Hai sentito anche tu che qualcosa è cambiato?”. Thomas ruppe il silenzio pronunciando le prime parole. “Sto morendo Thomas, un cancro all’ultimo stadio. Sei mesi e non mi vedrai mai più. Voglio danzare con te, anche se sembra che balli su dei vetri rotti. Il mio corpo è debole.”
Helen sorrise amaramente. Thomas restò immobile, il volume delle sue fantasie aveva cambiato registro in pochi attimi, era tempo d’amare. Come mai prima. 

LUIGI FORMOLA