IL VOLUME DELLE TUE FANTASIE
Era un pensiero che tornava
frequentemente. Passo dopo passo si era costruita una relazione che azzerava
ogni barriera. Thomas non era solito affezionarsi ai clienti. Helen era
speciale, sorrideva a ogni citazione che Thomas prontamente recitava rendendola
viva, fluente nelle loro stesse vene. Il negozio era ordinato come richiede ogni
memoria storica. Thomas ogni mattina, subito dopo aver esposto il cartello open, sistemava i volumi che i clienti
consultavano e non acquistavano mai. Quei libri per Thomas erano dei bambini
non ancora pronti all’esperienza con il mondo. Helen invece, condivideva i suoi
libri con i bambini che la chiamavano sempre e solo maestra. Ogni venerdì Helen arrivava, spesso a orario di chiusura,
per acquistare nuove fantasie per la
mente, com’era solita dire. Thomas la amava, e di fantasie sul suo corpo
avrebbe riempito volumi strabordanti di passione. Non aveva mai avuto il
coraggio di iniziare questa nuova storia ancora tutta da scrivere. Non dopo
aver saputo che Helen era stata spostata. Suo marito era morto per salvare uno
dei suoi alunni che aveva attraversato la strada imprudentemente. Era un eroe,
mentre Thomas solo un quarantenne single che gestiva un piccolo negozietto di
libri che presto sarebbe stato fagocitato dalle grandi catene sparse per tutta
l’Inghilterra. Quel venerdì fu diverso. Helen entrò quando il cartello closed era già volto verso la strada.
Non sorrideva, il suo sguardo vitreo non permetteva di capire le sue
preoccupazioni. Thomas avrebbe voluto carezzarle una spalla e chiederle cosa succede. Lo fece. Non temeva un
rifiuto. Si avvicinò. La sua mano si muoveva indipendentemente dalla sua
volontà, le spostò i capelli. Le baciò la nuca. Dolcemente. Le narici erano
estasiate dal suo profumo, dalla sua pelle che era buona come nessun’altra.
Erano anni che Thomas non posava le sue labbra sul corpo di una donna. Helen
era immobile, semplicemente fece cadere ai suoi piedi la pesante giacca che
copriva la sua evidente magrezza. Thomas non notò questo cambiamento e
posandole le mani sui fianchi continuò a baciarla. Lentamente, con labbra umide
e volitive. Sempre più velocemente. Helen si voltò occhi negli occhi con
Thomas. In silenzio. Nessuno dei due emetteva un suono, un respiro. Solo occhi
dentro occhi. Helen si aggrappò al petto di Thomas stringendo le braccia al suo
corpo. Alzò lo sguardo e senza esitare lo baciò. Lentamente, con baci pieni di
tenerezza. L’intensità prese presto il sopravvento. Il banco dei libri divenne
il loro letto. Il ritmo dei loro corpi
era un continuo picchiettare, lento, veloce, poi di nuovo lento. Come una
macchina per scrivere che segue il flusso creativo dell’autore. Tra centinaia
di volumi pieni di fantasie, di storie da raccontare, le loro prendevano forma,
bacio dopo bacio, ventre dentro ventre. Il calore dei loro corpi aderiva ai
flussi dei loro gemiti scuotendo brividi che rappresentavano l’apice del
piacere. La gioia sui loro volti. Il sapore dell’origine della vita sulle
labbra di Thomas, lo ridestava dalla piccola morte della sua virilità. “Perché adesso?
Hai sentito anche tu che qualcosa è cambiato?”. Thomas ruppe il silenzio
pronunciando le prime parole. “Sto morendo Thomas, un cancro all’ultimo stadio.
Sei mesi e non mi vedrai mai più. Voglio danzare con te, anche se sembra che
balli su dei vetri rotti. Il mio corpo è debole.”
Helen sorrise amaramente. Thomas
restò immobile, il volume delle sue fantasie aveva cambiato registro in pochi
attimi, era tempo d’amare. Come mai prima.
LUIGI FORMOLA