sabato 17 agosto 2013

20 Lines : #02. Contrario

"Forza, è mattina. A dormire". Mia madre me lo ripeteva ogni volta che finiva una notte​. Lei tornava da lavoro stanca e bianca in volto come se le stelle non stessero illuminando abbastanza. Papà puntualmente veniva a darmi il bacio del buongiorno mentre io ancora cercavo qualcosa di interessante alla tv. Dopo gli spettacoli della prima notte iniziavano a mandare tutti quei film da tarda mattinata che servono tanto a dormire. "Sai non vedo l'ora che avremo la stessa età, cosi potremo andare in giro insieme come due coetanei che si divertono e dimenticheremo di essere padre e figlio​". Papà viveva in funzione di questo. Suo padre, mio nonno, era morto prima del livellamento familiare tra padre e figlio. Come tutte le persone che muoiono sulla terra aveva dovuto trasferirsi su un altro pianeta. A mio nonno era toccato Marte e dato che non poteva più tornare a casa papà spesso era triste
"Ancora davanti a quella tv?" su vestiti e mettiti a letto. Mia madre era severissima questa volta. Talmente severa che aveva addirittura portato il gelato per farmi coricare. Io non volevo dormire. Volevo sfidare il giorno. Mio cugino si era procurato il soprannome di "Sunny". Era trasgressivo e viveva sempre di giorno. Tutti se ne accorsero quando tornò a casa con un colore di pelle olivastra. Capimmo che aveva trascorso tutto il giorno a zonzo. Una volta per farmi addormentare Sunny mi raccontò la vita di giorno. Non potevo credere a quelle parole cosi incredibile. C'era addirittura gente che si sdraiavano sui prati senza avere paura di scottarsi ai raggi del sole. Ciò che mi affascinò e che mi spinse ad uscire quella mattina fu il canto di due ragazzi che suonavano la chitarra. Sentivo che le loro melodie erano allegre, non erano come la musica che ascoltavamo di solito, la musica della notte.


Luigi Formola

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